il commercio EQUO e SOLIDALE

Il commercio equo e solidale è un approccio alternativo al commercio convenzionale; esso promuove giustizia sociale ed economica, sviluppo sostenibile, rispetto per le persone e per l’ambiente attraverso il commercio, la crescita della consapevolezza dei consumatori, l’educazione, l’informazione e l’azione politica. Il commercio equo e solidale è una relazione paritaria fra tutti i soggetti coinvolti nella catena della commercializzazione: dai produttori ai consumatori”
carta Italiana dei Criteri del Commercio Equo e Solidale (art.1)

I principi ai quali si ispira il Commercio Equo e Solidale …


Verso i paesi del Sud del Mondo

– Favorire e sostenere l’economia dei Paesi in via di sviluppo, in maniera solidale e rispettosa delle persone e dell’ambiente;
– Garantire prefinanziamenti ai progetti equi e ai produttori e la continuità di rapporto tra lavoratori e consumatori;
– Consentire dei margini di guadagno alle comunità locali per investimenti di carattere sociale;
– Evitare il più possibile le intermediazioni nelle diverse fasi produttive e nell’esportazione, garantendo ai consumatori prezzi trasparenti e verificabili.

Verso i consumatori:

– Offre al consumatore la possibilità di dare senso ad un gesto quotidiano apparentemente poco importante, ma dalle implicazioni profonde: “la spesa”.
Oggi si è abituati a fare la spesa valutando solo alcuni fattori, come il prezzo, la qualità e l’immagine. Ma questo non basta, le scelte di consumo sono da porre in relazione diretta con i problemi sia del Nord che del Sud del Mondo: sfruttamento, povertà, inquinamento ed altre problematiche ancora, continuano ad esistere anche perché qualcuno conta sul fatto che i consumatori non ne tengono conto quando fanno la spesa. ;
– Offre la possibilità di confrontarsi con i problemi del commercio internazionale e con quelli altrettanto pressanti dei piccoli produttori del Sud, e contemporaneamente offre prodotti di cui garantisce l’eticità.


Gli scopi del commercio Equo e Solidale …
UN PREZZO EQUO tale cioè da consentire ai lavoratori ed alle loro famiglie il soddisfacimento dei bisogni essenziali ed un livello di vita dignitoso. Il prezzo viene preferibilmente stabilito insieme dal produttore e dall’importatore, e non imposto dalla parte che si trova in posizione di maggioranza, come avviene nel mercato tradizionale.
LA PIENA DIGNITÁ DEL LAVORO, che vuol dire un ambiente di lavoro salubre e la non discriminazione di alcuni gruppi della popolazione ( ad esempio donne e disabili ).
IL PREFINANZIAMENTO : nel momento in cui viene effettuato l’ordine, prima che la merce arrivi nel magazzino, l’importatore anticipa fino al 50% del pagamento complessivo pattuito, così da consentire ai lavoratori di far fronte alle loro esigenze, senza diventare ostaggi di usurai o intermediari locali,senza subire in pieno le oscillazioni dei mercati borsistici.
LA SOSTENIBILITÁ AMBIENTALE si privilegiano e si incentivano le lavorazioni non inquinanti e basate su metodi naturali, si evita di ricorrere alle importazioni inquinanti e si ricorre sempre più spesso all’agricoltura biologica.
LA SOLIDARIETÁ attraverso progetti di rilevante impatto sociale di cui possa beneficiare tutta la comunità ( es. scuole, ospedali, miglioramento delle condizioni e delle tecnologie di lavoro, ecc ).
LA TRASPARENZA perché il consumatore sia consapevole e pienamente informato di dove va a finire ogni soldo che compone il prezzo che paga. Il Commercio Equo e Solidale vuol provare a costruire rapporti economici improntati al rispetto dei diritti umani, alla solidarietà, alla salvaguardia dell’ambiente, alla trasparenza dell’attività economica. Una autentica rivoluzione, dunque, da realizzarsi giorno per giorno, in un gesto apparentemente banale quale la spesa quotidiana.
Il Commercio Equo e Solidale vuole essere un commercio “dal volto umano”, perché antepone la giustizia alla redditività, i diritti umani agli indici di crescita, la relazione alla produttività. Rispetto a quanto accade nel mercato internazionale tradizionale,dove la norma è costituita dallo sfruttamento di manodopera del Sud del Mondo, e dalla rapina delle materie prime, pagate ad un prezzo imposto dalle imprese multinazionali, l’economia Equa e Solidale propone un tipo di commercio alternativo. I bisogni dei produttori artigiani o contadini e delle loro comunità sono considerati centrali, rispettando al tempo stesso l’esigenza / il diritto dei consumatori alla piena informazione su quelli che sono i termini, sociali ed economici, che accompagnano lo scambio.


Il commercio equo e solidale nel mondo…


I primi tentativi di commercio equo ( o Fair trade, secondo la dizione anglosassone adottata a livello internazionale) risalgono a quasi quarant’anni orsono ed ebbero luogo in Olanda. Da allora, le botteghe del mondo e le organizzazioni di importazione si sono diffuse in quasi tutti i Paesi occidentali (o del Nord del Mondo). In Europa se ne contano circa 2500, con Olanda, Belgio e Germania a tirare la volata.
In Italia il commercio equo ha mosso i suoi primi passi nella seconda metà degli anni ’80, e oggi possiamo contare circa 200 botteghe del mondo. Anche nel Nostro Paese, come nel resto del Continente, il commercio equo inizia ad interessare anche la grossa distribuzione. Nel Luglio 1998, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione sul commercio equo e solidale, la seconda dopo quella storica promossa dall’allora eurodeputato Alex Langer, che ne riconosce il valore in termini di cooperazione e sensibilizzazione ed inizia a porre le basi per il suo riconoscimento e la sua certificazione a livello istituzionali. Anche questa volta la redazione del documento è stata opera di un italiano, l’On. Raimondo Fassa.
Con la crescita del Commercio equo hanno iniziato a svilupparsi iniziative su scala locale, continentale ed internazionale volte ad aggregare sia le botteghe del mondo, che gli importatori che i produttori.

Carta Italiana dei Criteri del Commercio Equo e Solidale