il turismo è la principale attività economica del globo: occupa nel mondo una persona su 15, con un fatturato pari al 6% del PIL del pianeta e destinato a crescere ancora.
Ma il turismo, soprattutto nelle sue versioni di massa e di lusso, comporta spesso effetti molto negativi su ambienti, culture, società ed economie dei Paesi di destinazione, soprattutto nel Sud del mondo.
Anche in questo caso si stanno sperimentando strade alternative, che vanno sotto il nome di Turismo Responsabile, a partire dai primi viaggi-incontro organizzati dall’Associazione RAM nel 1991.
Il turismo responsabile è un modo di viaggiare la cui prima caratteristica è la consapevolezza di se e della proprie azioni, della realtà dei Paesi di destinazione e della possibilità di una scelta meditata e quindi diversa.
il viaggio diventa cosÏ un’occasione d’incontro con persone, società e culture, scegliendo di non sostenere meccanismi di distruzione e di sfruttamento.
Nel 1997 alcune organizzazioni che praticano il turismo responsabile hanno sottoscritto la “Carta d’identià per viaggi sostenibili”.
Secondo questa carta, considerati gli effetti deleteri che il turismo più avere, è necessario:
– sviluppare una maggiore attenzione all’interazione tra turisti, industria turistica e comunità ospitanti, per favorire il rispetto delle diversità culturali e la disponibilità di adattamento a abitudini diverse dalle proprie;
– che gli utenti diventino coscienti del proprio ruolo di consumatori del prodotto-viaggio, da cui dipendono la qualità dell’offerta e il destino di milioni di altri individui nei luoghi di destinazione;
– ridurre al minimo i danni dell’impatto socioculturale e ambientale prodotto dai flussi turistici;
– rispettare e incoraggiare il diritto delle comunità a decidere sul turismo nel proprio territorio, e stabilire con esse rapporti continuativi di cooperazione solidale.
Da questi obiettivi discendono regole di comportamento per il viaggiatore, l’organizzatore e le comunità locali ospitanti.
Le indicazioni per il turista possono essere riassunte nei seguenti punti:
– chiediti perchè viaggi: è importante saperlo.
– informati sulla storia e sulla cultura del Paese di destinazione.
– fatti spiegare dal tuo agente di viaggio qual è la sua etica.
– chiedi quale percentuale del prezzo del viaggio va alle comunità ospitanti.
– metti in valigia lo spirito di adattamento.
– lascia a casa le certezze.
– rispetta le persone, l’ambiente e il patrimonio storico culturale.
– non chiedere privilegi o pratiche che causino impatto negativo.
– se possibile, arrangiati con la lingua locale senza importare la tua.
– non ostentare ricchezza stridente rispetto al tenore di vita locale.
– prima di effettuare scatti fotografici o riprese video, chiedi il permesso.
– non adottare comportamenti offensivi per usi e costumi locali.
– non cercare l’esotico, cerca l’autentico.
– non accontentarti delle diapositive: pensa hai rapporti umani.
– coltiva le relazioni una volta rientrato.
– mantieni le promesse fatte in viaggio.
Si tratta in un certo senso di “viaggiare con il cuore”, seguendo uno spirito del viaggio che più guidare sia i viaggi lontani che quelli vicini.
Ai principi della “Carta d’identità per viaggi sostenibili” si ispirano i viaggi di turismo responsabile oggi proposti da diverse organizzazioni.
Le principali hanno dato vita nel 1998 all’ Associazione Italiana Turismo Responsabile (AITR), che promuove in Italia viaggi sostenibili.